[…]
FATTO
1.-Il Comune […] impugna in questa sede la sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Calabria, sezione di Reggio Calabria, 10 febbraio 2016, n. 156, che ha accolto il ricorso proposto da.. […] per l’accertamento dell’illegittimità del silenzio inadempimento serbato dall’Amministrazione comunale sull’istanza (in data […] 2015) della medesima finalizzata ad ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare sito in […], dalla stessa occupato per un breve periodo, nel […] 2013, con declaratoria di decadenza dell’assegnatario sig. […].
La sentenza appellata ha altresì ordinato al Comune di provvedere mediante l’adozione di un provvedimento espresso nel termine di giorni trenta dalla notificazione e/o comunicazione della sentenza, condannando il Comune resistente al pagamento delle spese di giudizio in favore della ricorrente, con distrazione delle stesse al difensore antistatario.
2. – Avverso detta sentenza ha proposto appello il Comune […], spiegando due motivi di gravame, con cui ha, per un verso, reiterato l’eccezione di inammissibilità del ricorso di primo grado, allegando che la nuova sarebbe stata la mera riproposizione di altre identiche analoghe inoltrate a fare data dal […] maggio 2013, sulle quali l’Amministrazione aveva puntualmente provveduto con esito negativo, che non aveva dato luogo a tempestive azioni giurisdizionali, e per altro verso, deducendo l’erroneità e la nullità della decisione di prime cure, ha sostenuto l’inesistenza di un obbligo di provvedere in quanto l’alloggio de quo appartiene al patrimonio dell’ATERP (unico soggetto tenuto a svolgere l’istruttoria sull’eventuale decadenza del sig. […] per avere posto fine alla stabile occupazione dell’alloggio) e comunque l’appellata non era vincitrice del concorso indetto il […] 2005 per l’assegnazione dell’alloggio, rinvenendo la propria relazione con l’alloggio in questione solamente nel fatto di averlo occupato abusivamente, circostanza quest’ultima che avrebbe determinato la preclusione quinquennale di cui all’art. 5, comma 1- bis, del d.l. 28 marzo 2014, n. 47.
3. – La sig.ra […] si è costituita in resistenza ed ha chiesto il rigetto del gravame, assumendo per contro l’esistenza dell’obbligo giuridico del Comune di adottare il provvedimento di competenza, nei termini di cui all’istruttoria condotta dall’ATERP, ferma restando la possibilità di sanatoria degli alloggi occupati abusivamente a mente dell’art. 1 della l.r. Calabria 30 marzo 1995, n. 8.
4. – Nella camera di consiglio del 4 agosto 2016, fissata per la decisione dell’istanza cautelare di sospensione dell’esecutività della sentenza, il ricorso è stato trattenuto in decisione direttamente per il merito, dopo che le parti presenti sono state previamente e ritualmente informate di tale intenzione della Sezione.
DIRITTO
1.- L’appello è fondato e meritevole pertanto di positiva valutazione alla stregua delle considerazioni che seguono.
1.1.-L’odierna appellata non era anzitutto legittimata a sollecitare l’esercizio del potere pubblico con l’istanza di decadenza dall’assegnazione dell’alloggio popolare a danno del […] e di conseguente assegnazione in proprio favore del medesimo, in quanto non titolare di una posizione giuridica qualificata e differenziata rispetto agli altri soggetti dell’ordinamento.
L’obbligo di provvedere discende infatti da precise disposizioni di legge od anche da principi generali; nel caso di specie, seppure sia ravvisabile un generale potere di “denuncia” (in senso ampio) della mancata occupazione dell’alloggio popolare da parte dell’assegnatario, la […] non risultava titolata a chiedere l’assegnazione dell’alloggio.
Infatti non solo non è stato allegato che la medesima fosse inserita nella graduatoria per l’assegnazione dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica, per quanto alla stessa non sarebbe stato neppure astrattamente applicabile l’art. 1 della l.r. n. 8 del 1995, il quale presuppone la permanenza ed attualità dello stato di occupazione sine titulo.
Ed invero detta norma enuclea la possibilità di regolarizzazione del rapporto locativo per gli alloggi che risultino occupati senza titolo alla data del 30 giugno 2013, ciò presupponendo, per l’appunto, che l’occupazione permanga al momento in cui è presentata l’istanza di regolarizzazione.
1.2. Non puoi poi sottacersi, sotto altro diverso, ma convergente profilo, che, non essendo in alcun modo titolare di una posizione soggettiva qualificata e differenziata, l’istante difettava anche dell’interesse ad agire avverso il preteso silenzio inadempimento serbato dall’Amministrazione ai sensi dell’art. 117 del cod. proc. amm., proprio perché la mancanza di un obbligo di provvedere nei confronti del richiedente (Cons. Stato, III, 2 maggio 2016, n. 1660).
Ciò senza contare che l’inesistenza dell’obbligo di provvedere nel caso di specie si ricollegava anche al fatto che l’appellata, com’è pacifico, aveva omesso di utilmente impugnare precedenti atti denegatori di pregresse identiche istanze finalizzate ad una pronuncia di decadenza dall’assegnazione dell’alloggio: è consolidata infatti la giurisprudenza nell’escludere tale obbligo, presupposto per l’esperibilità del ricorso ai sensi dell’art. 31 del cod. proc. amm., allorchè l’Amministrazione si sia già pronunciata in ordine all’istanza di un provvedimento espresso; diversamente, la domanda presentata, in mancanza di rilevanti sopravvenienze, costituirebbe un mezzo per eludere il termine perentorio di impugnazione (tra le tante, Cons. Stato, VI, 26 maggio 2015, n. 2651).
1.3. – Per completezza deve aggiungersi che il ricorso avverso il silenzio doveva ritenersi anche inammissibile per carenza di interesse anche alla stregua di quanto previsto dall’art. 5, comma 1-bis, del d.l. 28 marzo 2014, n. 47, norma disponente che «i soggetti che occupano abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica non possono partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della medesima natura per i cinque anni successivi alla data di accertamento dell’occupazione abusiva».
Né può sostenersi che tale disposizione, in quanto successiva al periodo di occupazione abusiva posta in essere dalla […], risalente al maggio del 2013, sia inapplicabile alla fattispecie dedotta in giudizio, in quanto, così opinando verrebbe violato il criterio informatore dell’azione amministrativa compendiabile nel principio del tempus regit actum, di cui si precluderebbe l’operatività addirittura a tutela dell’affidamento ingenerato da una condotta illecita, e violativa anche della par condicio degli aspiranti all’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
1.4. Va ancora sottolineato che […] non ha partecipato alla selezione per l’assegnazione dell’alloggio o, quanto meno, non risulta utilmente collocata in graduatoria, e neppure è ravvisabile una base legale per la regolarizzazione della sua pregressa posizione di occupante abusivo dell’immobile, così che sotto tale ulteriore profilo non può rinvenirsi alcun obbligo di provvedere da parte dell’ente.
3. – In conclusione, l’appello merita accoglimento e, in riforma della sentenza appellata, deve essere respinto il ricorso in primo grado […]